Cedrus deodara (Roxb.) G. Doncer
Nome comune: Cedro dell’Himalaya
Famiglia: PINACEAE
Posizione nel percorso del Campus: 85
Origine
Specie alloctona, originaria dalle catene montuose dell'Himalaya occidentale, introdotta in Europa ad inizio 1800 a scopo ornamentale e, almeno inizialmente, anche a scopo forestale.
Distribuzione in Italia
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Descrizione
Portamento: fusto diritto che può raggiungere i 3 m di diametro a petto d'uomo e i 50 m di altezza, rami di prim'ordine massivi e orizzontali. La chioma conico-piramidale, non molto regolare, tende ad allargarsi con gli anni; l'apice e tipicamente pendulo e i germogli dell'anno sono ricadenti verso il basso.
Scorza: bruno grigiastra, liscia negli esemplari giovani, marcatamente rugosa in quelli adulti.
Foglie: persistenti, aghiformi, di color verde con riflessi grigiastri, piuttosto flessibili, raggruppati in numero di 25-30 in fascetti disposti su brevi brachiblasti. Gli aghi del cedro dell'Himalaya sono più lunghi (2-6 cm) di quelli degli altri cedri.
Fiori: strutture riproduttive primitive, dette strobili, unisessuali e portate sulla stessa pianta. Gli strobili maschili sono eretti e cilindrici, lunghi 6-8 cm; il colore verde-giallastro diventa rosso scuro in autunno, prima di liberare il polline. Gli strobili femminili, ovoidali, di color verde con sfumature rosate, posizionati nella parte alta della chioma, danno origine a coni eretti, di 10-12 cm di lunghezza, di color brunastro a maturità. Le pigne (strobili maturi femminili) hanno la tipica forma ben riconoscibile "a botte" e si disarticolano liberando semi con ala larga e di forma cuneata.
Esigenze pedoclimatiche
Specie piuttosto esigente per umidità atmosferica ed eliofila, pur con esigenze di luce minori rispetto a Cedrus atlantica. Si adatta bene a diversi tipi di suolo, prediligendo substrati acidi e profondi, rifuggendo i terreni argillosi compatti con eccessi di acqua. La specie è sensibile agli agenti inquinanti, che comportano il disseccamento e la colorazioni rossastra degli aghi nella parte apicale della pianta. Teme inoltre geli prolungati, tra i cedri è la specie più sensibile al freddo.
Usi e curiosità
L'epiteto specifico deodara deriva dal sanscrito "devadara" che significa albero degli dei. Ampiamente utilizzata a scopo ornamentale per il veloce accrescimento e la sua maestosità, la specie è anche impiegata per il legno pregiato (durevole e poco attaccato dagli insetti) in costruzioni.
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