Pinus wallichiana A. B. Jacks.
Nome comune: Pino dell’Himalaya
Famiglia: PINACEAE
Posizione nel percorso del Campus: 71
Origine
Specie alloctona, originaria dell'Himalaya.
Distribuzione in Italia
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Descrizione
Portamento: albero sempreverde, può superare i 50 m di altezza, con diametro basale superiore a 1 m, fusto eretto, rami lunghi, ascendenti, chioma conica, espansa, aperta.
Scorza: sottile di color grigio-brunastra o grigio-arancio, che si fessura con l'età.
Foglie: aghiformi, riunite in gruppi di 5, sottili, flessibili, lunghe fino a 15 cm, in parte pendule, a sezione triangolare, di colore verde bluastro. Le foglie vengono rinnovate ogni 2-3 anni.
Fiori: strutture riproduttive primitive, dette strobili, unisessuali, portate sulla stessa pianta (specie monoica); strobili maschili riuniti in gruppi, corti e densi, di colore giallastro; strobili femminili solitari o in piccoli gruppi (2-3), picciolati, sub-terminali, fusiformi e ricurvi, penduli, lunghi 20-30 cm, bruni, resinosi, che a maturità si presentano allungati e cilindrici, spesso ricurvi, con squame flessibili e debolmente legnose, ad apice appuntito. I semi sono triangolari con ala larga e ovale, che ne favorisce la dispersione ad opera del vento.
Esigenze pedoclimatiche
Specie eliofila, che predilige climi caratterizzati da buona umidità atmosferica. Predilige suoli profondi e freschi, tollera i terreni calcarei.
Usi e curiosità
Introdotta in Europa intorno alla metà dell’800, è molto apprezzata come specie ornamentale. Il suo rapido accrescimento la rende apprezzata anche in selvicoltura. Nei luoghi di origine il suo legno, moderatamente duro, durabile e molto resinoso, viene impiegato in edilizia e in falegnameria. Anticamente dalle radici si estraeva un olio impiegato come insetticida nelle risaie. Utilizzato per la produzione di trementina.
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