Attualmente sono presenti nel centro circa 800 accessioni (254 cultivar di melo, 110 di pesco, 120 di ciliegio, 38 di pero, 30 di albicocco, 60 di susino, 60 di mandorlo, 33 di noce, 90 di nocciolo) di cui circa il 50% è costituito da materiale autoctono piemontese.
I frutti delle collezioni vengono utilizzati come campioni in mostre pomologiche allestite in occasione di convegni ed incontri a livello nazionale.
Sono presenti anche collezioni di vitigni (di cui 50 da vino e oltre 30 da tavola), di gelso ed di altri fruttiferi minori, ed una vigna di Freisa Doc (2000 metri quadrati).

Il centro è dotato di un edificio adibito a magazzino, di una cella frigorifera per la conservazione della frutta e di un garage per il ricovero dei macchinari agricoli di grandi dimensioni (trattrici, atomizzatori, ecc...); sono inoltre presenti una zona adibita a vivaio di circa 2500 metri quadrati, una piccola serra utilizzata per la propagazione delle specie di frutta secca (noce, nocciolo, castagno) e una stazione meteorologica modello MeteoSense 2.0 GPRS dotata di anemometro, pluviometro, termo-igrometro, barometro e radiometro.

• Progetto PROPRUNUS - Rinnovo e ampliamento delle collezioni di germoplasma locale delle drupacee piemontesi conservate presso l'Azienda Tetti Grondana dell’Università degli Studi di Torino (Prof. Roberto Botta), progetto finanziato nell’ambito del PSR 2014-2020 Misura 10 - Operazione 10.2.1
• Sperimentazioni sull'utilizzo di portainnesti di nocciolo non pollonifero di origine clonale (Dundee e Newberg) e di ibridi interspecifici di C. avellana x C. colurna, in combinazione con la varietà locale Tonda Gentile Trilobata (Prof. Roberto Botta)
• Campi prova del progetto "Liste varietali dei fruttiferi" finanziato dal MiPAAF per le specie ciliegio e susino (Prof.ssa Giovanna Giacalone e Prof. Gabriele Beccaro)
• Studi di entomologia generale e applicata sulla cimice asiatica Halyomorpha halys (Prof.ssa Luciana Tavella)
• Attività sperimentale sugli effetti di mitigazione del rischio di ruscellamento mediante l’utilizzo di diversi miscugli erbacei (Prof. Francesco Vidotto).